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Cos’era la festa del Redentore ai tempi della Serenissima?
Il tempio del Redentore è un’opera progettata da Andrea Palladio voluta dal doge Sebastiano Venier e compagnia come promessa al Signore perché facesse terminare la peste che imperversava nella seconda metà del ‘500. Veniva quindi costruita la bella chiesa del Redentore alla Giudecca. Feste e balli per l’inaugurazione e processione con un ponte di barche da S. Marco e la chiesa la terza domenica di luglio di ogni anno a venire.
 
Quando si parla della festa del Redentore qual’è la prima cosa che ci viene in mente?
Redentore per i Veneziani vuol dire: mangiare saor, vedere i fuochi d’artificio e attraversare il canale della Giudecca camminando sui pontoni galleggianti messi apposta dal Comune.
 
Cosa, cosa?
Lasciando perdere il motivo religioso della festa (sic!) si inizia con l’addobbare la propria barca con frasche e luci molto pittoresche e kitsch, si sta tutto il giorno sotto la candela del sole (se c’é) a bere vino (l’alito alla fine risulta acetico) e a mangiare angurie e a mangiare saor e a mangiare riso freddo e a mangiare pasta fredda e a bere ancora vino e a mangiare fagioli con molta cipolla e a mangiare bovoeti con molto aglio e a bere ancora vino fino a che finalmente iniziano i fuochi artificiali. Il cocktail di alimenti ingeriti con il caldo e il moto ondoso si somma allo schifìo d’avere la barca di chi ti sta accanto troppo vicina che allora scoppiano liti tremende e non ti accorgi neanche dei foghi. Molte volte i vicini di barca preferiscono osservare solo chi baruffa perché i fuochi li vedono molto meglio sulla loro testa e sono sempre diversi dall’anno precedente al contrario di quelli del sindaco.
 
E i giovani?
I giovani non hanno la barca addobbata ma piena zeppa di ragazze con l’ombelico in mostra. Sorriso sornione da “dopo i foghi vado in batùa” e tanta voglia di far baruffa e di dribblare le barche costosissime e pulitissime dei “foresti”.
 
E i veneziani che non hanno la barca?
I veneziani che non hanno la barca si dividono in quattro categorie: a) rarissimi sono presenti in riva degli Schiavoni e molo di S. Marco occupato da turisti e venditori di cerchi luminosi; b) sopra le terrazze o altane (fortunatissimi) dove fanno le stesse cose che fanno gli altri in barca eccetto che non si urtano tra altana e altana; c) quelli che fanno festa ( o non la fanno) comunque anche se non hanno la vista fronte fuochi artificiali; d) quelli della Giudecca.
 
Perché alla Giudecca…
Alla Giudecca lo spettacolo si vede benissimo. Ma mentre a S. Marco ci sono i foresti alla Giudecca ci sono i veneziani. E tra i più agguerriti. Già 4 giorni prima della serata clou si cominciano a selezionare minuziosamente le zone in cui le famiglie si siederanno all’aperto a a mangiare. Logicamente hanno la precedenza quelli che hanno la casa vicino alla riva. Scene goldoniane diurne e incursioni notturne degne di abili ladri si possono assistere fin dal giovedì per mettere come segno indelebile del plateatico acquisito chi una tavola, chi una sedia e chi segna con della vernice la zona (qualcuno ha fatto come i cani segnalando il loro territorio con l’urina ma con scarso successo). Il sabato c’è chi lascia addirittura il proprio nonno fin dall’alba in fondamenta per poi riportarlo al suo posto davanti la tv alla sera. Alle 8 di sera iniziano le battaglie. Battaglie della mamma con i bambini che non ne vogliono sapere di mangiare i piatti caratteristici della festa (vedi sopra), ma soprattutto le battaglie con le barche che si sono ancorate vicinissime alla riva. O trovi i pescatori chioggiotti che fanno da mangiare le sarde arrosto che fanno molta puzza e molto fumo arrossendo gli occhi a tutti o il megacabinato a due piani del padovano industriale che oscura tutti mettendosi proprio davanti agli spettatori seduti. La battaglia raggiunge l’apice quando inizia lo spettacolo dei fuochi artificiali. Gli abitanti delle case che danno sulla riva e che pensano di esserne i padroni cominciano a sputare le lische e le pinnette delle sarde in saor in barca ai chioggiotti (o ai padovani) e a offendere rivendicando l’antica supremazia della Serenissima nei confronti loro. Abbordaggi pirati faranno accorrere la polizia ma nulla di più.
 
E fuori Venezia?
A Punta Sabbioni ci sono molti spettatori che attendono di vedere i fuochi artificiali. Con le roulotte si godono lo spettacolo, assieme a qualche milione di altri personaggi, sulla riva fronte laguna e fronte fuochi del Redentore cercando di scorgere qualche barlume colorato in direzione ovest. Se c’è visibilità buona (10 M almeno) il chiarore lontano si può confondere con le luci arancio di Marghera ma gli unici 3 botti finali dello spettacolo pirotecnico che si possono udire (e l’orario giusto) sono la prova di aver visto giusto.
 
E se c’è brutto tempo?
Nel 2000 la temperatura si era abbassata di qualche decina di gradi che sembrava di assistere ad una fiaccolata sulle Dolomiti con tanto di vin brulé ma si è fatto tutto lo stesso. L’importante è divertirsi e coprirsi.
 
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