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di Luca Boscolo Bariga
Un ringraziamento a Roberto Nardo
 
Sottomarina: Murazzi e Forte San Felice - foto di Roberto Nardo

Chioggia è il secondo centro urbano della laguna veneta e la sesta città veneta per numero di abitanti. Situata nell’estremo lembo meridionale della laguna, si compone del centro storico, di Sottomarina, del quartiere moderno di Borgo San Giovanni, di Ridotto Madonna e dell’area periferica di Brondolo. Tra le frazioni si contemplano Sant’Anna, Cavanella d’Adige, Valli, Piovini, Ca’ Pasqua e Ca’ Bianca. Dal punto di vista religioso la città è sede vescovile fin dal medioevo.

Canal Vena: chiesa di San Filippo Neri e ponte Filippini - foto di Roberto Nardo
Geografia
Il territorio clodiense si caratterizza per la presenza dell’ambiente lagunare e di numerosi corsi d’acqua. A nord e a ovest la laguna prende il nome di laguna di Chioggia mentre lo specchio acqueo tra Sottomarina, l’Isola dell’Unione e Borgo San Giovanni viene chiamata laguna del Lusenzo. L’area delimitata dalla Strada Statale Romea a Nord e dall’argine del Brenta a Sud prende il nome di Val di Brenta. Oltre a quest’ultimo (collegato al Lusenzo dal canale della fossetta), il territorio comunale è solcato dai fiumi Adige e Bacchiglione oltre che dai canali Nuovissimo, Gorzone, Canal di Valle e dal Canal Morto.
Il centro storico sorge su una serie di isole della laguna (le due isole centrali, quella di San Domenico, la Tombola, i Saloni e l’isola dei Cantieri), separate tra loro dai canali Vena, Lombardo, San Domenico e Perottolo. E’ collegato alla terraferma dal Ponte Lungo o Cavanis (già Priuli), dal Ponte del Porto e dal ponte dell’Isola dell’Unione, posta tra Chioggia e Sottomarina.
Sottomarina è situata su un cordone lagunare, delimitata quindi a est dal mar Adriatico, a Ovest dalla laguna di Chioggia e da quella del Lusenzo, a Nord dalla bocca di Porto e a sud dall’area agricola che si estende fino alla foce del Brenta.
Il quartiere di Borgo San Giovanni è ubicato nell’area extra-moenia a sud dell’area lagunare detta un tempo ‘la Chava’, oltre il Ponte Lungo o Cavanis (già Priuli).
A Sud di Sottomarina si trovano invece i quartieri di Ridotto Madonna e Brondolo.

Economia
Chioggia è sede di un porto commerciale ed è uno dei maggiori centri pescherecci d’Italia: storicamente la sua economia si è sempre basata su pesca e orticoltura. Fin dai primi del ‘900 è presente il turismo balneare grazie alla splendida spiaggia di Sottomarina. Recentemente è anche apparsa la possibilità di diventare porto crocieristico, con la speranza di dare nuovo impulso al turismo.
foto di L.B.B.
Storia
Le origini di Chioggia affondano nel mito. La città sarebbe stata fondata da Clodio, compagno di Enea, sbarcato in Italia dopo la distruzione di Troia, il quale avrebbe fondato la città con il nome di Clodia.
In realtà la città sarebbe stata fondata dai Pelasgi, abitanti della Tessaglia: infatti molti toponimi dell’area clodiense hanno un’indubbia origine pre-ellenica: Resa, Lusenzo, Perottolo, Bebbe, Evrone e molti altri. Lo stesso antico nome della città, Cluza, dal quale deriverebbe il nome in veneto Ciosa, significa ‘fatta artificialmente’.
Quando nel primo secolo a.C. i Romani si portarono in Gallia Cisalpina Chioggia esisteva già da molto tempo.
Plinio il Vecchio nella ‘Naturalis Historia’ menziona il ‘Vicus’ denominato Clodia con il porto Evrone, corrispondenti all’area oggi denominata Vigo. Nella stessa opera è anche citata Brundulum (antico porto).
Fin dal Medioevo Chioggia ha condiviso le vicende delle isole lagunari che porteranno alla nascita di Venezia come la intendiamo oggi: fu distrutta e ricostruita più volte , l’ultima delle quali fu in seguito alla Guerra di Chioggia o Bellum Clodianum (1378-1381) tra Venezia e Genova che vide la supremazia veneziana con grande sforzo da parte dei chioggiotti.
Nel Medioevo Chioggia ebbe un ruolo importante anche nel commercio del sale (sal Clugiae) che la rese ricca e conosciuta per questo commercio in tutta Europa.
Vale la pena di ricordare infine il Pactum Clugiae, in cui si sanciva nell’anno 862 (doge Pietro Tradonico) che Chioggia conservava intatte le sue tradizioni: quindi in tal modo si stabiliva che Chioggia non fosse una dipendenza da Venezia ma ne facesse parte integrante.
Dopo la Guerra di Chioggia la città seguì le vicende della Serenissima ed ebbe un ruolo importante nelle vicende che culminarono poi con l’annessione di Chioggia e del Veneto al neonato Regno d’Italia il 24 maggio 1866. Giova ricordare che il più giovane dei Mille era l’undicenne chioggiotto Giuseppe Marchetti.
Palazzo Grassi - foto di L.B.B.
Chioggia e l’arte
Recentemente insignita del titolo di ‘Città d’arte’, Chioggia presenta al visitatore una grande quantità di meraviglie da scoprire, a cominciare dalla pianta della città, tipicamente romana e detta ‘a spina di pesce’, con una grande via centrale e le calli tutte ad essa perpendicolari, oltre alle vie d’acqua delle quali la più suggestiva è il canal Vena. Numerose sono le chiese: il Duomo di Santa Maria Assunta del Longhena, le chiese medioevali di San Martino, San Pieretto e San Nicolò, la seicentesca Chiesa di Sant’Andrea, San Giacomo, San Filippo Neri, Santa Catterina, San Francesco Interno e la chiesa di San Domenico (che custodisce il famoso ‘Cristo’). Infine è importante ricordare la chiesa della SS. Trinità del Tirali con annessa scuola dei Battuti del ‘500, il più bell’esempio di Scuola Veneziana al di fuori di Venezia.
E’ possibile anche osservare bellissimi palazzi alla veneziana, tra i quali spiccano i cinquecenteschi Palazzo Grassi e Palazzo Lissatti-Mascheroni.
A Chioggia sono presenti tre musei, due dei quali dedicati all’arte: quello Diocesano d’Arte Sacra (dove sono raccolti dipinti, sculture, testimonianze archeologiche e oggetti d’arte provenienti dalle chiese della diocesi) ed il Museo Civico della Laguna Sud San Francesco fuori le mura, dove si racconta il territorio clodiense a partire dalle caratteristiche geografiche per culminare nella collezione della pinacoteca all’ultimo piano.
Anche a Sottomarina è presente un interessante centro storico, posto tra la laguna ed i resti dei Murazzi, oltre i quali un tempo si trovava il mare (la spiaggia cominciò a formarsi con la costruzione della diga foranea alla bocca di porto a fine ‘800). E’ possibile osservare un tipico borgo del ‘700 con architettura minore veneziana, strette calli e piccole corti, oltre ai resti della settecentesca chiesetta di San Martino dietro alla Chiesa più grande eretta ai primi del ‘900 con un tradizionale gusto veneziano classicheggiante.
All’estremità Nord di Sottomarina è presente inoltre il Forte di San Felice, la più antica fortificazione veneziana nell’Adriatico settentrionale.
Canal Vena - foto di Roberto Nardo
Chioggia tra poeti e scrittori
Tale è il fascino di Chioggia che molti scrittori e poeti vollero lasciare sulla carta le impressioni in loro suscitate. Tra di essi si annoverano: Giovanni Comisso (1895-1969, scrittore) che l’amò moltissimo, Gabriele d’Annunzio(1863-1938) , P. Molmenti e D. Mantovani (1885, scrittori), Domenico Andrea Renier (1813-1899, medico), P. Antonio Quarantotti Gambini (1910-1965, scrittore), Lorenzo Padoan (1895, storico), Orio Vergani (1898-1960, scrittore), Cesare Brandi (1906-1988, teorico dell’arte), Leopold Robert (1794-1835, pittore), Giuseppe Barbieri (1774-1852, poeta), Nino Savarese (1882-1945, scrittore), Edouard Charton (1873, etnologo), La Harpe (1786, scrittore), Charles Yriarte (1832-1898, scrittore), Herman Hesse (1877-1962, scrittore e poeta), Alfred Kerr (1867-1948, scrittore), Luigia Codemo (1828-1898, scrittrice), Francesco Boscolo (1904, medico), Francesco Tagliapietra, Ugo Foscolo, Diego Valeri. Wolfang Goethe, Guido Piovene. Ricordiamo inoltre gli scritti di A.M. Vianoli (1680, storico), Paolo Pisani (1561, podestà), Francesco Tagliapietra (1557, podestà) e la lirica in latino del nobile ungherese Samuelis Nàdudvari.
Isola dell'Unione, riva Nord - foto di L.B.B.
Chioggia e la sua gente sono state inoltre protagoniste della famosa commedia ‘Le baruffe chiozzotte’ di Carlo Goldoni, la madre del quale nacque in questa città e viveva in un palazzo sul Corso.
Si riporta quanto scrisse il Comisso, le impressioni del Brandi e quelle di Stefano Spagnolo:
‘Vi è chi crede di aver conosciuto l’Italia, ma quando per un errore di itinerario, arrivando a Chioggia si accorge di essa, grida per la meraviglia e si morde le dita per averla ignorata o creduta non fosse degna d’essere visitata.
Ma vi è ancora chi ha girato tutto il mondo con fatica e noia estrema, spendendo denaro e tempo perarrivare fino a Sciangai, fino a Barcellona, fino a New Orleans, e poi scoprendo questa città lagunare vi trova più fermento, più vitalità, più colore preciso e pittorico di quelle.
E’ una piccola città di cinquantamila abitanti, ma è smisurata, tenebrosa e solare, drammatica e felice, passionale e serena, come le grandi tele dei maggiori pittori della scuola veneta, che sembra abbiano attinto qui le loro ispirazioni.’
G. Comisso (1895-1969, scrittore)
foto di L.B.B.
‘Chioggia è quasi un barcone che ha attraccato alla riva: di qua e di là ha il mare; ma dalla poppa alla prua è come terraferma.
Questo grande stradone ha per sponde le case, e, come si dipartono le lische da quella centrale, tante stradette parallele, di qua e di là.
I riflessi del mare vengono allora da due parti e la grande strada è infusa di luce da rasoterra, come se la luce in piena s’allargasse…
Chioggia sta come sotto una galleria,, ma di luce: la luce fa volta al di sopra delle case, e si richiude dietro le case, alla radice. E’ una meravigliosa volta trasparente, che in fondo ha il mare tenue come un occhio velato dalle lacrime. Ma non è triste, non è cieco, è solo velato, teneramente ti guarda …
Così non si potrebbe dire che Chioggia è una Venezia povera, come Murano e Burano: Chioggia è una Venezia di terra, e i suoi palazzi sono della stessa pietra bianca come marmo, e il suo Duomo è del Longhena: ma ha questa irradiazione di luce, ha questo senso di città di frontiera. Frontiera della terraferma, della pianura immensa che si stende al di là fino agli appennini, come se corresse…
foto di L.B.B.
Chioggia è come quelle favole che nascondono un fatto di storia: è vera, cioè, non è immaginaria né falsa, ma così radicata a terra, sta sopra la terra, un palmo almeno, e in modo paesano, autentico e dimesso…
Così è la malinconia di Chioggia, come la tregua di un dolore che è cessato, ma di cui ti è rimasta l’orma.’
(Cesare Brandi, teorico e storico dell’arte, 1906-1988)
Canal Vena: acqua alta - foto di Roberto Nardo
‘A Chioggia, dentro la cittadina, non si ha quasi alcuna impressione speciale all’inizio, finché non ci si avvicina al centro e si scende dalla macchina, finché non si va a piedi verso il richiamo dell’acqua. Allora si coglie intorno un’eleganza speciale, di colonia e di forza locale, quella che è propria delle più belle località di mare dell’Istria. Così vicina a Venezia – viene da pensare – ne è così lontana. Qualcosa di aspro, di pulito, di paesano non si lascia mai afferrare ma resta nelle note principali. E’ bello camminare, qui, si pensa. E torna, dominante, l’idea di uscire dalla parte dell’acqua, conoscere la laguna, adesso che si sa dove tornare.’
Stefano Spagnolo (tratto da ‘Chioggia e gli scrittori del Nord-Est’)
dal sotoportego di palazzo Grassi - foto di L.B.B.
Chioggia e gli artisti
Chioggia, in ragione della sua pittoricità sia architettonica sia nella vita quotidiana, richiamò tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900 numerosi pittori, i quali ritrovarono in questa città le caratteristiche care ai temi in voga in quel momento storico. In particolare si conobbe in città negli anni ’60-’70 del ‘900 un gran fermento, con mostre e veri atelier soprattutto nella zona di Vigo con veri e propri circoli pittorici.
Molti sono gli artisti da ricordare:
-tra gli scultori: D. Trentacoste, A. Sartori, il chersino professor Luigi Tomaz e Franca Dal Comune;
– numerosissimi i pittori, tra i quali: Luigi Nono, W. Turner, L . Robert, Favretto, Carloforti, P. Fragiacomo, Rosa, Stefani, Mosè Bianchi, F. Carcano, Bezzi, Bazzoli, G. Ciardi, E. Tito, E. Serra, E. Vidovic (dalmata di Ragusa), Margarete L. Pollak, il ticinese G. Passera, A. Milesi, P. Semeghini, C. Cherubini, R. Borsa, G. comolli, M.M. Foggi, C. Jodi, G. Lepskj, N. De Corsi, G. Amisani, A. Pomi, E. Agazzi, Caprile, G. Favai, le scuole d’arte di Madame Segal di Londra, di Mister Braun di New York e altri pittori europei, A.B. Naccari, il professore universitario chioggiotto A. Naccari , G. Ponga (chioggiotto residente a Venezia, autore dei dipinti del caffè Quadri in piazza San Marco), E. Bonivento, D. Galimberti, Carlotta Penzo, A. Bozzato, A. Brombo, L. Pagan, G. D’este, V. Nezzo, E. Ballarin, D. Boscolo Natta. G. L. Penzo, A. De Gobbi, B. Caraceni, G. Varisco, W. Pregnolato, E. Zennaro, R. Mainella.
 
Chioggia e la scienza
La città ha dato i natali a illustri scienziati fin dal medioevo. Tra di essi ricordiamo Giovanni Dondi Dell’Orologio (Chioggia, 1330 ca – Abbiategrasso, 1388), ideatore dell’astrario e figlio di Jacopo Dondi (Chioggia, 1293 – Padova, 1359), il matematico Giuseppe Veronese (Chioggia, 7 maggio 1854 – Padova, 17 luglio 1917), il naturalista Giuseppe Olivi (Chioggia, 18 marzo 1769 – Padova, 24 agosto 1795).
A Chioggia è presente la stazione idrobiologica dell’Università di Padova, fondata dal fiumano Prof. Umberto D’Ancona. Qui fu portata parte della collezione di Zoologia Adriatica proveniente da Rovigno, ora allestita nel Museo Giuseppe Olivi a Palazzo Grassi in Riva Vena.
In città si annovera inoltre il Gruppo Naturalisti Linneo che ha dato forma ad una mostra naturalistica permanente di oltre 2.000 specie fra conchiglie, pesci, crostacei, echinodermi (stelle, ricci etc.), spugne, celenterati, come coralli e madrepore, minerali, fossili e insetti a Palazzo Ravagnan.
 
Il borgo settecentesco di Sottomarina attorno alla Chiesa di San Martino - foto di L.B.B.
Chioggia: l’idioma locale
Chiunque senta parlare gli abitanti chioggiotti nel loro vernacolare rimane impressionato dalla differenza nella pronuncia rispetto alla terraferma e al dialetto veneziano. In realtà il dialetto chioggiotto è ascrivibile al cosiddetto ‘Veneto da mar’ e si potrebbe assumere come una particolare forma di veneziano. Inoltre, per la condizione di isolamento economico e geografico si ritrovano in esso numerosi arcaismi, tra i quali:
-una marcata pronuncia della l intervocalica;
-condizionale presente in –ave;
-participio passato in –ao;
– forma interrogativa della seconda persona singolare in –stu
Particolare risulta al forestiero il trascinamento delle vocali, dettaglio caratteristico anche di altri borghi marinareschi.
Un tempo esistevano differenze di parlata nella stessa Chioggia (chioggiotto degli agricoltori dell’isola della Tombola, dei pescatori, dei commercianti, dei residenti lungo il Corso): fino a tempi recentissimi vi era una differenza di inflessione tra gli abitanti di Sottomarina e Chioggia: oggigiorno tali differenze si sono appianate ed il chioggiotto moderno si può dire uniforme in tutta la città con differenze nell’inflessione largamente dovute al grado di scolarità e all’influenza dell’italiano standard.
 
Fondamenta lungo laguna a Sottomarina - foto di L.B.B.
Chioggia: la Sagra del Pesce
Questa festa rappresenta una delle attrattive turistiche più famose. Fu istituita nel 1938 per celebrare l’autarchia voluta dal regime fascista in quegli anni, con l’intento di dare un nuovo impulso alla pesca in quanto si era individuato nella risorsa ittica una potenzialità importante. Divenne inoltre elemento utile alla propaganda nazionale di allora, la quale celebrava i pescatori chioggiotti come uomini coraggiosi sprezzanti il pericolo che si nascondeva nel mare. Quindi la Sagra ebbe un rilievo nazionale per la promozione della pesca: alla prima edizione parteciparono il Duca di Genova e consorte, mentre alle successive non mancarono alte cariche istituzionali. Durante le prime sagre veniva eseguita anche una regata di Bragozzi e si presentavano anche le modalità con cui il lavoro veniva espletato in mare.
Oggi la Sagra non gode più dell’eco di allora: resta comunque una bella manifestazione che attrae tutti gli amanti del buon pesce e della cucina tradizionale chioggiotta.
Chioggia, Corso del Popolo (vulgo 'La piazza') visto dal Campanile di Sant' Andrea - foto di Roberto Nardo
In città ogni anno nel terzo finesettimana di giugno ha luogo un’interessante rievocazione storica, il Palio della Marciliana, con l’intento di far rivivere gli eventi accaduti durante la ‘Guerra di Chioggia’ tra Venezia e Genova negli anni tra il 1378 e il 1381. Il Corso principale viene quindi allestito con taverne, banchetti , accampamenti: figuranti in costume animano le installazioni con danze, combattimenti e presentando le attività artigianali dell’epoca, in particolare l’attività nelle saline e negli orti lagunari, il tutto allietato dal suono dei Musici di Clugia.
Durante il Palio si svolge anche il Palio della Balestra (documentato fin dal XV secolo), durante il quale si sfidano le cinque contrade della città (Montalbano, sant’Andrea, San Giacomo, San Martino, San Michele Arcangelo).
Chioggia vista da fondamenta lungo laguna a Sottomarina - foto di L.B.B.
foto di L.B.B.
foto di L.B.B.
Palazzo Lissatti-Mascheroni, riva Vena - foto di L.B.B.
foto di L.B.B.
Canale Perottolo e balaustra del Refugium Peccatorum - foto di Roberto Nardo
Chioggia, ponte di Vigo e Chiesa della Santa Croce
foto di Roberto Nardo
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