START | Veneziani | Termini comuni che non si usano più

 
Di seguito elenco i termini veneziani che si usavano fino a qualche tempo fa. Il veneziano non va scomparendo ma viene usato spessissimo anche dai giovani (un po’ meno se provengono dall’isola del Lido) e viene continuamente plasmato secondo le mode e il sentire continuo della lingua italiana. Se qualcuno mi può aiutare ad aggiungere qualcosa ben venga.
A seguito delle numerose lettere ho aggiunto anche termini che si usano ancora, che si usano poco o che sono molto particolari e simpatici.
Un capitolo a parte lo voglio riservare al termine “vagina” il quale, come tutti immagineranno, ha molte traduzioni: papussa, patonza, figa, mona, frìtoea, coca, sfésa…
 
Afàno de stòmago: nausea. Si usa poco.
Albèo: abete. (odierno: abete).
A’moeo: frutto simile alla prugna da cui “testa da amolo” (detto di persona poco intelligente). Si usa poco.
Amia: zia. (odierno: sia <pron. s di rosa).
Ancùo oto: oggi 8. Fra 7 giorni.
Armaròn: armadio. (odierno: armadio).
Armeìn: albicocca. (odierno: albicoca).
Articiochi: carciofi. (odierno: carciofi).
Asià: palombo.
Assa: pezzo di filo da cucire. (odierno: fìo).
Aver anda: avere l’aria di.
Avri/àvri: labbra. Si usa ancora.
A’vrano: alloro. Non si usa più.
Bagassa: prostituta. Riferito anche a persona che dice cose non vere. (si usa raramente)
Bagigio: arachide. Si usa ancora.
Bagoeòn: tipo scherzoso. Si usa poco.
Bàgoea: cosa che pende. Si usa poco.
Bagoìna: bastone da passeggio simile a quello di Charlot. (odierno: bastòn).
Bàito(byte-o): confusione. (odierno: confusion/casìn).
Baise: branchie (odierno: branchie
Baracòcoi: gocce d’oro. (odierno: gocce d’oro).
Barba: zio. (odierno: sio> con s di rosa).
Barbusso/sbèsoea: mento. (odierno: mento).
Bartoe’a: linguetta di stoffa o di pelle. In origine parte in ferro delle imposte che serviva per attaccarle al muro. Ma è anche un attrezzo da pesca per l’anguilla molto usato specie nella nella Laguna nord.
Batera/bateria: compagnia di ragazzi giovani. Es: Daii, vien! Semo na bea batera! Dai, vieni! Siamo una bella compagnia!
Baùco: stupidello.
Basegò: basilico (si usa sempre di meno dicendo al suo posto “basiico
Bava da garbìn: brezza di libeccio. Di solito precede la nebbia.
Bechèr: macellaio. (odierno: maceaio).
Bèssi, petenee, schei: soldi.
Betònega/Botònica: detto di persona conosciutissima. Anche di persona che chiacchera sempre troppo. Si usa poco.
Biavaròl: all’ epoca biadaiolo, vendeva biave (orzo,risi,avena) verdura seca (piselli, fagioli), scalolame vario e, certe volte anca pesce secco(baccalà, renga) e anca l’ olio. Pizzicagnolo. (odierno: saeumiér).
Bisi: piselli. (odierno: piseli/bisèi).
Bisteca àea svissera: hamburgher. (odierno: amburgher).
Boba: sbobba. Mangiare dei poveri. Si usa ancora.
Bocaeto/bocal: vasetto da notte (si usa ancora ma sempre di meno)
Boca mòea: smorfia di disgusto.
Bòide (boiler): scaldabagno. Si usa ancora ma sta scomparendo.
Bombàso: cotone. (odierno: coton).
Bonìgoeo: ombelico. Si usa ancora.
Boro: Immersione della testa sott’acqua; di solito contro la propria volontà (si usa dire e farlo ancora).
Bossa: bottiglia. (odierno: botiglia).
Botéga: cerniera a lampo dei pantaloni. (odierno: cerniera)
Botegòn: grande magazzino. (odierno: osciàn, panorama, corofù).
Broca: chiodo. (odierno: ciodo).
Bromboe/sbromboe: bolle. (si usa ancora)
Brovàr: scottare. (odierno: scottar).
Britoìn: temperino. Frase minacciosa: “te verso come un britoìn”. Si usa poco.
Buganse: arrossamento/congelamento delle estremità del corpo a causa dell’esposizione al freddo (si usa ancora).
Butìro: Burro. (odierno: buro).
Camòma: calma. (odierno: calma).
Cabibo: persona che proviene dal sud dell’Italia. (odierno: teròn).
Caeghér: calzolaio. Si usa ancora.
Caesèa del leto: al lato del letto (si usa ancora spesso anche se si può dire anche “de quà del leto”)
Cagaura: per dire una cosa piccola e insignificante. Si usa ancora.
Caìa: taccagno. (odierno= tacagno).
Caìcia: caviglia. Si usa raramente.
Caisson: Quando si pulisce il pesce si ricavano dei filetti di carne, una parte pregiata. Anche altra parte di animale comunque pregiata.
Cao: capo di una corda. Da ciò la comune frase “cao de merda”, con cui si indicava il cavo pendente dalle navi della Serenissima, con il quale i marinai si pulivano il deretano dopo aver defecato.
Candeoti. I candeoti, o candelotti, sono quella specie di stalattiti di muco che pendono dal naso del ragazzo sbarazzino di antica memoria. In questo caso la soluzione dell’asporto candeoti avveniva con vari metodi: a) aspirandoli violentemente col naso. b) spalmandoseli sul braccio partendo dalla mano arrivando fino al gomito. c) tentando di leccarli fin dove poteva arrivare la lingua.
Canevassa: canovaccio. Si usa ancora.
Carbòna: casa, magazzino o comunque locale di proprietà per giovani.
Caréga: sedia. Si usa ancora.
Carobèra: casa (o altro) mal concia. Si usa abbastanza spesso.
Castraura: carciofo novello. Si usa ancora.
Chèba: gabbia. (odierno: gàbia)
Chebo: balbuziente (odierno: balbussiente)
Cìcara: tazzina. (odierno: tassina).
Ciroloide. Da celluloide, la prima delle materie plastiche artificiali. Una persona è di ciroloide quando è paragonata ad una cosa di plastica e quindi quando per esempio cade non si fa neanche male. Si usava una volta.
Cocal: gabbiano. (odierno: gabiano).
Cogionàr: prendere in giro. (odierno: tor in giro).
Cògoma: caffettiera. (odierno: cafetiera o machina del cafe).
Coìn: codino.
Colséra: trapunta/piumino. (odierno: piumin). Non si usa più.
Coltrine: tende. (odierno: tende).
Combinassion: sottoveste. (odierno: sotoveste).
Companàdego: companatico, secondo piatto. (odierno: secondo).
Condìto: …come dire…(odierno: par dìr).
Consàr: condire. (odierno: condìr).
Cossa gastu: che cos’ hai. (odierno: cossa ti gà).
Còtoea: sottana. Si usa ancora.
Covertòr: coperta. Si usa sempre meno.
Crècoea: testa. Si usa sempre meno.
Cròssoea: Stampella (odierno: stampea)
Da dove vienstu: da dove vieni. (odierno: da dove ti vièn).
Darghe el bati: rovesciare intenzionalmente una cosa su un lato, normalmente per scaricare grosse casse dalle barche.
Da seno: davvero. Si usa pochissimo.
Disnar: pranzare. (odierno: pransar)
Costipà: raffreddato. (odierno: rafredà).
D’arente: vicino. (odierno: vissin).
Debòto: fra poco. (odierno: fra poco).
De fassa: di fronte (odierno: de fronte).
De ongo: subito. (odierno: subito).
Desfortunà: sfortunato. (odierno: sfortunà).
Desìo: confusione/infinità.
Desgropar: togliere i nodi o anche ruttare. Si usa ancora.
Desmisiàrse: svegliarsi. (odierno: svegiarse).
Dessoravìa: inoltre. (odierno: inoltre).
Disiàl: ditale. (odierno: ditàl).
Dosàna : marea calante. Si usa ancora.
Drìo man: di seguito. (odierno: de seguito).
Drènto: dentro. (odierno: dentro).
Euganeghèr: salumiere. (odierno:saeumièr).
Faeàr: sbagliare. (odierno: sbagliar).
Faìve: faville. Si usa ancora
Fàndoghe: facendole. (odierno:fassèndoe).
Faràl: fanale. (odierno: fanàl).
Farse (metarle a…): farle maturare. (odierno: farle maturar).
Far amor: essere fidanzati. (odierno: si usa ancora!).
Far finta de pomi: far finta di nulla con aria ingenua.
Farsòra: pentola per friggere. Non si usa più.
Fassada: faccia. (odierno: fassada o facia).
Fassèndoea su: avvolgendola. Si usa ancora.
Fato/maùro: maturo. (odierno: maturo).
Fetoni/penòni: piedi. (odierno: pìe).
Fiacheta: adagio. (odierno: piàn).
Fiantìn: un pochino. (odierno: pochèto).
Fiàpo: floscio, sfiorito: si usa ancora.
Figà: fegato. (odierno: fegato).
Figura sfondrada/porca: faccia tosta. Si usa poco.
Finton: persona che abilmente riesce a strappare la commiserazione attraverso l’inganno
Fio de ànema: figlio adottivo. (odierno: fio adotivo).
Fior: farina OO
Fisso: denso. (odierno: denso).
Fodrà: foderato, coperto. (odierno: foderà, covèrto).
Fòdra: federa. (odierno: federao fòdera). Significa anche calli secondarie.
Foghér: focolare. (odierno: focoeàr).
Fora par fora: perforato da una parte all’altra. (od.: perforà).
Fora via: sottobanco (odierno: sotobanco) o anche lontano (da foravia) .
Forfe: forbice. (odierno: forbice).
Foresto: turista. (odierno: turista).
Fortagia: frittata. (odierno: fritata).
Fracàr: premere. (odierno: prèmer).
Fravo: fabbro. (odierno: fabro).
Freschin/freschinasso: puzza da pesce e/o da uovo e/o vagina non proprio freschi. Si usa ancora.
Freve: febbre. Freve mata: herpes labiale. Si usa ancora
Frigider: frigorifero (francesismo). (odierno: frigorifero o frigo).
Frìtoea: frittella, vagina. Si usa ancora.
Fruà: logoro. (odierno: consumà).
Fufignoto: capo di abbigliamento o di un tessuto strapazzato, aggrovigliato. (si usa, si usa ancora).
Fu(l)minante: fiammifero. (odierno: fiamifero).
Furbìr: spolverare. (odierno: spolverar).
Gabbàn: paltò. (odierno: paltò).
Gàbia (el gàbia pietà): abbia. Si usa ancora.
Ganassa: guancia. (odierno: guancia).
Ganfo: crampo. (odierno: grampo).
Garanghèo: festino. (odierno: festìn, party?).
Garba: acida. (odierno: acida).
Gargato: trachea. (odierno: trachea).
Gastrico: cattiva digestione.
Gatarìgoe: solletico. (odierno: soètico).
Gàtoeo: tombino. (odierno: tombìn).
Gemo: gomitolo. (odierno: gomìtoeo).
Gesba: batteria musicale(dall’americano: jazz band). (odierno: baterìa).
Ghébo: vigile. (odierno: vìgie).
Ghirba: mento (odierno: sbèssoea).
Giassa: pezzettino fino di legno (compensato) messo come spessore (per esempio sotto a una base o anche un mobile per ovviare a una pendenza). Il termine, assolutamente veneziano, è ancora di uso comune solamente dei macchinisti del teatro La Fenice. Si usa poco.
Giassera: ghiacciaia
Giossa: un po’. (odierno: un pò/un fià).
Giutàr: aiutare. (odierno: aiutar).
Gnagnarèa: malessere (odierno: malessere)
Gnanca: nemmeno. Si usa ancora.
Goeos(s di rosa)ésso: leccornia. Si usa poco.
Gògio faeà?: ho forse sbagliato? (od.: gò forse sbaglià?).
Gorissia: liquirizia (si usa sempre più raramente).
Goto: bicchiere.(odierno: bicièr).
Graèa: graticola. Si usa poco.
Gràmoea: mascella. (odierno: ganassa o masséa).
Grattacasa: grattugia. (odierno: gratugia).
Gràvia: incinta. (odierno: insinta).
Grìma: signora anziana. (odierno: vecia).
Grìngoea(meterse in…): agghindarsi, vestirsi con eleganza. Si usa poco.
Gropo: nodo. (odierno: nodo).
Guaìvo: pareggiato, via di mezzo (un drito e un storto fa un guaìvo), vai tranquillo (va guaìvo). Si usa poco.
Guantiera: vassoio (odierno: vassoio)
Guàr: affilare. (odierno: a-fiàr).
In berta: in tasca. (odierno: in scarsèa).
Incarioeà: tarlato. Pieno di buchi provocati dai carioi, i tarli. (odierno: tarlà).
Inciavaura dea gamba: inguine. (odierno: inguine)
Incoconà: rinpinzato. Non si usa quasi più.
Incarameà: incrostato (nel senso dispregiativo)
Incocà: innamorato pazzo. (odierno: inamorà).
Indòrmia: anestesia. (odierno: anestesia).
Infiapìa: appassita. (odierno: apassìa).
Infolponà: avere addosso un sacco di indumenti
Informigoeà: con il formicolio (si usa ancora)
Infrapoeà: di un tessuto sgualcito
Infumegà: affumicato. (odierno: afumicà).
Ingossà: Otturato, di un tubo oppure di un indumento particolarmente sporco o uno che ha mangiato tanto e stenta di andare di corpo emettendo aria particolarmente puzzolente.
Ingrumàr: fare un mucchio. Si usa poco.
Imarsìo: andato a male. Si usa ancora.
Imatonìo: restare meravigliato o anche duro a capire. Si usa poco.
Imbombà: zuppo d’acqua. (odierno: bagnà).
Imoecà: l’effetto della permanenza in acqua dei polpastrelli. E non solo!
Impapinarse: fare delle papere. Si usa poco.
Impiràda: infilata. (infiàda).
Impìria: imbuto. (odierno: imbuto).
Impissà: acceso. Si usa ancora ma si può dire anche acéso.
Impongà: Borioso, altezzoso, indignato. Viene dal gonfiare il gozzo dei colombi.
Insembràr: mescolare. (odierno: mescoeàr).
In sentòn: seduto. (odierno: sentà).
Intabarà: incapottato. (odierno: incapotà).
Intardigarse: far tardi. (odierno: far tardi).
Intiméa: fodera del cuscino (odierno: fodera/fodra/fodreta).
Intivàr: azzeccare. (odierno: indovinàr).
Invarigoeàr: girare, raggirare ( El te invarìgoea come che’l vol))
Invarigoeastronsi: sacarabeo stercolario (odierno: scarabeo).
Logar: ricoverare, in special modo si dice di una persona anziana ricoverata in ospizio. Es: eo gà logà al San Camìo (l’hanno ricoverato al San Camillo).
Intornovia: tutto attorno. (odierno: tuto intorno).
Madona: suocera. (odierno: suocera).
Magansese: traditore. Si usa ancora, ma poco. Deriverebbe da Gano da Maganza, traditore nella battaglia di Roncisvalle.
Magoga: gabbiano vecchio normalmente grigio e più grande.
Mamai= grumi di polvere. Si usa dire anche “gati, gati de polvere o rodoi (rotoli) de polvere. Quando si spolvera dove c’é molta polvere e si formano quella specie di grumi molto caratteristici.
Marangon da soaze: falegname da cornici (buono a nulla).
Marangòn: carpentiere o falegname. Non si usa più.
Marantega: donna vecchia vedi carampana.
Maridà: sposato (odierno: sposà).
Marsion: piccolo pesciolino della laguna
Manissa: maniglia (odierno: maniglia).
Mantèca: crema (si usa poco)
Manzo da rio: pantegana (grossa).
Massarìa/marsarìa: trasloco. (odierno: si usa raramente…ma non tanto, va).
Méter a batìso: distendere un oggetto per il suo lato più lungo.
Méter a in sinque via: mettere un oggetto in obliquo di cinque centimetri rispetto alla perpendicolarità dello stesso nei confronti del terreno.
Missiér: suocero. (odierno: suocero).
Mistrà: anice (odierno: anice)
Mamai: grumi di polvere. Si usa dire anche “gati, gati de polvere o rodoi (rotoli) de polvere. Quando si spolvera dove c’é molta polvere e si formano quella specie di grumi molto caratteristici.
Momola: capriola o bella e giovane ragazza.
Momoni: caramelle, bon bons.
Mona i sòcoeo: ragazza vestita per la festa.
Mossa: diarrea (si usa ancora)
Musana: viso. In senso simpatico. (odierno: viso).
Musìna: salvadanaio. Si usa ancora.
Nàpari: naso. (odierno: naso).
Nissiògo: in nessun luogo. (odierno: da nissuna parte).
Nissiol: lenzuolo (si usa ancora)
Omo de egno: attaccapanni (odierno: atacapani)
Onto bisonto: molto sporco
Ostregheta: trasformazione della parola “ostia”(ost…). Non si usa più.
Ovadeghe: desquamazioni della pelle
Pagiòea: forfora. Non si usa più.
Paltò: palletò
Pandòeo: persona adulta ma infantile
Papagà: pappaggallo. (odierno: papagàeo).
Papina: piccolo schiaffo. Si usa poco.
Papussa: vagina. (odierno: figa…mona…ecc.). Anche pantofola.
Parlar in cìcara: parlare difficile spesso senza riuscirci facendo brutte figure.
Parsùto: prosciutto. (odierno: prosciuto).
Partìcoea: persona che si lagna sempre. Si usa ancora.
Passaora/passadora: scolapasta. (odierno: scoeapasta).
Pasteoca: gondoliere.
Pastrociar: fare qualcosa con poca cura.
Patòni (a patòni): schiaffi. (odierno: s-ciaffi).
Peada: calcio. (var. “peadon: calcio di maggiore entità).
Pégoea: sfortuna. (odierno: sfortuna/sfiga).
Penoni: piedi nudi, andar a penoni= camminare scalzo. Si usa ancora.
Peocio/peocioso: tirchio (si usa ancora)
Peocio puìn: occhio di pernice (callo tra le dita dei piedi)
Petaisso: appiccicoso.
Petenee: soldi
Peteté: indica persona adulta con atteggiamenti infantili (si usa poco)
Piàvoea: bambola. (odierno: bàmboea).
Piàvoeo: pagliaccio. Dispregiativo. Si usa poco.
Pignata atomica: pentola a pressione. (odierno: pignata a fis-cio o pignata a pression).
Piròn: forchetta.(odierno: forcheta).
Pistagna: bavero. “Tirarse su eà pistagna”…tirarsi su il colletto per ripararsi di più dal freddo
Pistor: fornaio (odierno: forner).
Pissin: pipì (odierno: pipì o pissada)
Pìtima: persona pesante (nella repubblica il Pìtima era una persona autorizzata dalla repubblica e pagata da creditori per tormentare i debitori, anche pubblicamente, fino al pagamento dei debiti).
Placa: facchino, portabagagli. (odierno: porter o portabagagli).
Ponto: guasto (riferendosi al frutto). Il termine va a scomparire.
Pope: gondoliere. (odierno: gondoglièr).
Potacèa: scodella di poco valore multiuso. Ciotola. (si usa ancora)
Pote: Bricco. (dall’ americano: “potter”= stoviglia in genere). (odierno: pignatéa).
Putanessi: cose inutili (odierno: putanàe)
Reboto: la parte posteriore della scarpa. (si usa poco)
Reciòn: gay (si usa spesso e volentieri).
Refàr: riuscire. (odierno: riuscìo).
Rusàr/rusa/rusòr: ronzare/che ronza/ronzio. (odierno: rumòr, rònsar, rumòr).
Rosegoto: pezzo di pane secco. Rosegoto de fia può volere significare anch ragazza di brutto aspetto. Si usa di rado.
Rusiol: orzaiolo (si usa ancora)
Saeatàda: fregatura(anche ciavàda). Si usa poco.
Saèno: sedano. (odiergno: sedano).
Samoca: scarpa. Spesso usato in senso dispregiativo: scarpa grossa, sgraziata. (si usa sempre più raramente)
Samoro nero: il samoro è il cimurro. Per dire che uno è molto costipato. (si usa poco)
Sampe: impronte
Sangioto: singhiozzo
Sansaree: piccoli pezzetti p.e. di intonaco. Non si usa quasi più.
Sàpa/sapàr: calpesta/calpestare(i piedi). (odierno: pesta/pestàr).
Sartora: sarta (si usa per il 50% con sarta, appunto).
Savarià: con la testa sulle nuvole
Sbasìo: pallido, smunto.
Sbeeto: rossetto. (odierno: rosseto).
Sbiseghin: individuo furbetto che si muove come un “bisato”, ma solo per curare i propri interessi, senza troppo curarsi dei principi etici.
Sbratacusina: andito separato dalla cucina dove c’è il secchiaio.
Scaetér: pasticciere. (odierno: pasticiér).
Scacaciò: persona che proviene dal sud dell’Italia. (odierno: teròn).
Scafa: lavello. Si usa ancora.
Scagi: ascelle. Si usa ancora.
Scagòto: farsela adosso. (odierno: ciapàr paura).
Scapusàrse: inciampare. (odierno: inciampàr).
Scarmo: magro. (odierno: magro).
Scarpìa: ragnatela. (odierno: ragnatèa).
Schechè/schèchene: balbuziente. (odierno: balbussiente).
Schissa: naso. Vezzegiativo. Si usa ancora, ma poco.
S-ciensa: scheggia o ubriacatura (si usa ancora).
Scravassa: piove a dirotto. Si usa normalmente.
Scueassavache: campagnolo. (odierno: campagnòeo).
Scugér: cucchiaio. (odierno: cuchiaio).
Sensive: gengive (si usa ancora)
Sevénte: marea crescente. Non si usa più.
Sgagiòea: forfora. (odierno:forfora).
Sgionfabosse: maestro vetraio. (odierno: queo del vero).
Sgnanfo: di chi parla con il naso (intraducibile in italiano)
Sguaratada: rismestamento
Sièra sbasìa: brutta cera. (odierno: pàido).
Sensièr: non ubriaco ma quasi. Solitamente si usa per una persona spesso ubriaca e che magari per un giorno non ha bevuto: “ancuo el zè sensier”.
Sgnanfo: bleso, che parla con voce nasale o anche fiacco.
Sgrissoi: brividi (odierno: brividi)
Siee: pastiglie.(odierno. pastiglie).
Siol(<pron. s di rosa): culo. (odierno: cùeo).
Slepe/a: piedi grandi. Si usa poco.
Slimego: viscido, il fango dei rii è slimego, le lumache slimegose.
Smanfaro: lestofante, persona inaffidabile.
Smudandà: Sbracato. Si usa ancora.
Soàsa: cornice. (odierno: cornice).
Sorà: raffreddato (odierno: rafredà). Non è il raffreddore ma il raffreddamento, per esempio, di una pietanza.
Sparangàda: ringhiera (odierno: ringhiera).
Spassacusina: cucinino. (odierno: cucinin).
Spassiso: girello per far fare i primi passi ai bambini molto piccoli (odierno: gireo)
Spisièr: farmacista (da spezie).(odierno: farmacista).
Spònser: lavare i pavimenti. (odierno: eavàr).
Sprota: impertinente, sfrontata. Si usa poco.
Sirocàl: vento da scirocco. (odierno:siroco).
Stèfani: denti.(odierno: denti).
Stalfa: piede molto grande. Non si usa più.
Stracaganasse: castagne secche da masticare. Si usa ancora.
Strafanti: cose inutili (si usa poco)
Stròpoeo/Stropagio: tappo. (odierno: tapo).
Stropoéto: vezzeggiativo di un piccolo bambino.
Strucàr: premere. (odierno: prèmer).
Suso: su. (odierno: suso).
Sùste: molle. (odierno: mòe).
Sustegàr: stuzzicare. (odierno: ròmperghe i coggioni).
Tacuìn: portafoglio (si usa ancora ma molto meno di una volta).
Tangaroni/tangara: schiaffi pesanti. (odierno: s-ciaffoni).
Tavaroni: rossore localizzato da punture di insetto. Si usa ancora.
Tepa: tipaccio. Si usa poco.
Terasso: pavimento (odierno: pavimento).
Tirabosson: cavatappi. (odierno: cavatapi).
Tirache: bretelle (si usa ancira anche se si usa di più “bretee”)
Tirasimento: di persona dispettosa, che stuzzica (si usa ancora ma sta scomparendo)
Trabàcoi: cose che non servono. (odierno: robe)
Trench: impermeabile leggero. (dall’ americano del dopoguerra). ( odierno: impermeàbie).
Usoformio: Lysoform…detto dagli anziani
Vovi squaquaciò: uova strapazzate. (odierno:vovi strapassai).
Vovi basoti: à la coque. (odierno: quei a tre minuti de cotura).
Zòrman: Cugino. (odierno: cugin).
 
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