START | Veneziani | Il nostro leone

Narra la leggenda che Marco, fondato il patriarcato di Aquileia per ordine di San Pietro, subì una tempesta nei pressi della laguna veneta mentre ritornava a Roma. La furia degli elementi sospinse la sua barca nelle ancora disabitate isole di Rialto. In sogno gli apparve un angelo del Signore comunicandogli: “Pax tibi, Marce, evangelista meus…”. Pace a te Marco, mio caro evangelista. Sappi che qui un giorno riposeranno le tue ossa. Dopo la tua morte il popolo credente che abita questa terra edificherà in questo luogo una città meravigliosa e si paleserà degno di possedere il tuo corpo.

E adesso vediamo, molto sommariamente, com’è stato trafugato il corpo di S. Marco da Alessandria d’Egitto a Venezia.
Era l’anno 828 quando Buono, tribuno di Malamocco, e Rustico da Torcello, entrarono nel porto di Alessandria contravvenendo al decreto dei dogi veneti che proibiva il commercio coi saraceni. Entrando nella chiesa di S. Marco (dov’era sepolto il corpo del santo) videro il monaco Staurazio e il prete Teodoro, sacerdoti greci e custodi del tempio, preoccupati perché temono la devastazione della chiesa (e quindi la profanazione delle reliquie) per colpa del califfo.
Buono e Rustico allora pregarono i custodi di farsi consegnare il corpo del santo e di portarlo a Venezia. Dapprima si rifiutarono perché quella era la terra in cui Pietro ordinò al santo di predicare e che se gli abita
nti si accorgessero de trafugamento non si potrebbe in alcun modo evitare il pericolo di morire. Poi, facendogli notare che prima aveva predicato in terra di Aquileia, si ricredettero.
Presero le reliquie e le coprirono di erbe e pelli porcine eludendo il controllo visto che i saraceni non vanno molto d’accordo con le pelli dei maiali. Arrivarono quindi a Umago e, ottenuto perdono della grave infrazione dell’editto ducale che avevano commessa, entrarono nel porto di Olivolo.
La più antica testimonianza di un vessillo veneziano viene fornita nel 998 da Giovanni Diacono. Molti comunque pensano che invece del leone marciano ci fosse una croce d’oro su sfondo azzurro. La prova sarebbe nella formella della “Pala d’oro” dove c’è la rappresentazione dell’accoglimento delle reliquie di S. Marco nella basilica dove un armato regge appunto un vessillo con tale simbolo . I colori dello Stato veneziano non sono sempre stati il rosso e il giallo (l’oro) come vediamo adesso ma azzurro e il giallo (l’oro).

Gli stendardi erano con il drappo bianco se la repubblica era in pace, col drappo rosso se in guerra, con drappo azzurro se in alleanza con qualche sovrano e col drappo violetto se in tregua d’armi. Solo la marina ebbe sempre il rosso sia nelle bandiere che nelle uniformi, e per questa ragione anche gli stendardi innalzati sulle antenne della piazza sono sempre stati rossi, perché le antenne stavano a rappresentare ed erano effettivamente alberi di nave.

Anche Venessia.com ha fatto, con molta umiltà, le sue bandiere.
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