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Itinerario 6
Ferrovia / Rialto via Ghetto
 
Scesi dal treno si gira a sinistra per Lista di Spagna, chiamata così per un ambasciata di Spagna ivi esistente. Passata la chiesa di Santa Maria di Nazareth o degli Scalzi andate via dalla folla nella seconda calle che trovate alla vostra sinistra, la calle della Misericordia. Dopo un po’ prendete la seconda calle a destra. Vi troverete nell’area Saffa. Un posto dove sono state costruite nuove case. Andate dritti per qualsiasi calle che vi troverete davanti, uscirete sempre nel canale di Cannaregio. Una volta vista l’acqua girate a sinistra per il ponte dei Tre Archi. Fate il ponte e voltate a destra per l’altra riva opposta a quella dove vi trovavate.
 
Prendete il Sotoportego dei Vedei (vitelli) e seguite la strada che vi porta al ponte del Batelo. Il ponte è in legno e la zona molto calma e tranquilla.
Scesi dal ponte proseguiamo a destra per il campiello Santo e poi ancora a destra per la calle del Batelo: siamo in rio di San Girolamo. Facciamo il ponte e passiamo nell’altra riva notando una croce in legno che ogni veneziano conosce. Basta dire: lo sai dov’é la croce di San Girolamo?
 
La croce la lasciamo alle nostre spalle e continuiamo per la nostra strada. Siamo in fondamenta degli Ormesini. Gli ormesini erano certi drappi di seta originari da Ormus in Asia. A Venezia al tempo della Serenissima era proibito qualsiasi tipo di stoffa foresta eccetto le “canevazze” da Napoli e gli “ormesini” da Firenze. Proseguiamo per la fondamenta fino a che troviamo due casette ai piedi del ponte del Gheto Novo. Le due casette erano una specie di riparo per chi doveva traghettare la gente fino in terraferma al tempo che le barche non avevano il motore a scoppio ma il motore a braccia.
Scendiamo giù dal ponte e ci troviamo nel mezzo di un’altro mondo pieno di persone in divisa bianca e nera e da turisti che girano la testa di qua e di là, soprattutto americani. Il Ghetto è un posto antico dove, un tempo come adesso, vivevano gli ebrei. Tutti sanno che Ghetto deriva dalla parola veneziana, forse storpiata, della ex fonderia della Serenissima. Arrivando dal ponte troviamo subito un sottoportico, subito dopo il sottoportico un ponte in legno. Facciamo il ponticello e giriamo subito a sinistra nell’altro sottoportico. Dentro a destra, sinistra e arriviamo al ponte degli Ormesini. Facciamo il ponte, andiamo dritti per la calle della Malvasia (intitolata a un antico negozio di vini dolci, per chi non lo sapesse) e per il ponte omonimo. Giriamo a destra per la fondamenta della Sensa (Ascensione) chiamata così perché colà v’erano i magazzini del legname delle quinte della festa della Sensa che veniva allestita in piazza San Marco.
Proseguiamo per la fondamenta fino a che non arriviamo nel famoso campo dei Mori. I Mori erano i proprietari del palazzo lì vicino e si trovano pure incastrati come statue nel muro (c’é anche una leggenda che li vede trasformati in statue proprio per la loro avidità). Sono molto fotografati soprattutto quella all’angolo avendo la particolarità di un naso in ferro che sembra una di quelle cose che si mettono chi ha allergia al sole. Il signore si chiama Rioba e ve lo dice anche il ristorante accanto. Merita girare tutto intorno poiché vicino al ponte c’é anche la casa natale del Tintoretto.
 
Bene, prendiamo la calle dei Mori e passiamo il ponte di Madonna dell’Orto. Di fronte abbiamo la chiesa con un nome strano dato perché in un orto anticamente apparve una Madonna (una cosa simile accadde alla chiesa di Santa Maria Formosa per l’apparizione di una Madonna in forma). Giriamo a destra dopo il ponte in fondamenta Contarini. Alla fine della fondamenta osserviamo quanti alberi hanno tagliato per fare la darsena della Misericordia e oltrepassiamo l’altro ponte. In fondo alla calle giriamo a sinistra in fondamenta dell’Abbazia. Alla fine non possiamo non sostare un po’ in quell’angolo magico anche se poco curato.
 
Facciamo il ponte in legno e costeggiamo il canale della Misericordia fino all’altro ponte. Facciamo anche quel ponte e osserviamo quello di fronte, l’unico a Venezia (l’altro è a Torcello…il ponte del Diavolo) senza le bande cioè senza i parapetti, com’erano una volta: senza parapetti né scalini. Salutiamo un’altro dei ponti più fotografati di Venezia e proseguiamo per la fondamenta di San Felice fino al prossimo ponte, dei Preti, andiamo sotto il portico e voltiamo a destra in calle della Racheta che era un antico gioco con la palla. Facciamo il ponte dello Squero, la calle larga Priuli. Alla fine noteremo un vecchio negozio di pesca. A sinistra oltrepassando la corte dei Pali già Testori.
 
Alla fine della calle troviamo il bacaro “Alla Vedova” tanto famoso da dubitare. Giriamo obbligatoriamente a destra e usciamo in Strada Nuova. Strada trafficatissima come una tangenziale, la Strada Nuova è la strada da fare quando uno deve andare dalla ferrovia a Rialto nel più breve tempo possibile. A piedi. Appena usciti abbiamo due scelte: o andiamo dritti per la Cà d’Oro per salire sull’imbarcadero della linea numero 1 che va, a destra alla ferrovia e, a sinistra, a Rialto o proseguire per la Strada Nuova a sinistra. Un attimo: cosa ne dite di passare il Canal Grande col traghetto? Pochi centesimi di euro per i veneziani, di più per i foresti per passarlo con la gondola. Istruzioni: dritti e girare a destra per lo Stazio di Santa Fosca. Arrivati dall’altra riva del canale possiamo vagolare per il mercato.
 
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